Progetto PROTEZIONE CIVILE IN MOTO – Successo a Valfornace

Momenti particolarmente emozionanti quelli vissuti sabato pomeriggio al Palazzetto Comunale di Valfornace (ex Pievebovigliana), lo stesso impianto sportivo che fino a qualche giorno fa ospitava la sede del Municipio, tuttora inagibile a causa del sisma dello scorso anno, trasferitosi da poco in un’altra struttura temporanea adiacente.

I numerosi intervenuti, davvero molti considerato il sabato pomeriggio soleggiato, hanno potuto assistere ad un breve excursus del Progetto Protezione Civile in Moto, ancora in parte ostacolato dalle solite lungaggini burocratiche.

Dopo una breve introduzione del Presidente del Motoclub Amatori Fuoristrada Sibillini, Pietro Scipioni (volto conosciutissimo nel mondo dell’enduro), la parola è passata al neo-Sindaco del Comune di Valfornace, Massimo Citracca, per i saluti di rito e al Presidente del Comitato Regionale Marche, Marcello Catena.

Toni Mori, Coordinatore del Dipartimento per le Politiche Istituzionali, sociali e Attività di Protezione Civile della Federazione Motociclistica Italiana, ha sottolineato più volte il ruoto determinante dei motociclisti nelle attività di primo soccorso. Le moto (e le motoslitte in caso di neve) sono i mezzi più comodi e veloci per raggiungere zone particolarmente impervie.

Visibilmente commosso Pietro Scipioni, quando Toni Mori ha sottolineato il valore simbolico dell’evento, ad un anno esatto dal sisma che ha colpito l’Italia centrale, evidenziando la volontà del territorio di dare un segno di ripartenza (il motto della 2 giorni di motociclismo era proprio “Ad un anno dal sisma… ripartiamo!“).

Scipioni ha ringraziato i relatori, ricordando i momenti difficili che ancora stanno vivendo molte persone con la casa o l’attività economica inagibile. “Negli scorsi anni abbiamo dato molto al nostro sport quindi, subito dopo l’emergenza, avevamo altre priorità prima di risalire in moto. Dopo un anno possiamo dire che la nostra passione ci ha dato la forza di restare vivi e uniti. Grazie anche alla Federazione Motociclistica Italiana, che ci è stata vicina in questi ultimi mesi e nella giornata odierna, permettendoci di organizzare un evento di rilievo nazionale“.

Il Dott. Massimo La Pietra, dirigente responsabile del Servizio Volontariato della Protezione Civile, anch’esso visibilmente emozionato, ha sottolineato che ci sono numerose difficoltà burocratico/legali da superare per giungere all’obiettivo finale del progetto. “I volontari di Protezione Civile sono uomini e donne normali che fanno cose eccezionali” evidenziando con le sue parole la capacità delle persone di trasformare la propria passione in qualcosa di socialmente utile. La Pietra ha affermato che la Protezione Civile non è solo emergenza ma anche prevenzione: i motociclisti pertanto risultano fondamentali per gli avvistamenti boschivi e per i dissesti idrogeologici. Per tale motivo, il ruolo della Federazione Motociclistica Italiana è stato riconosciuto annoverandola tra le 49 associazioni nazionali dell’Elenco strategico del Dipartimento di Protezione Civile (come Le Misericordie, il corpo degli Alpini…).

Intervenuto anche il Colonnello Claudio D’Amico, Comandante Corpo Carabinieri Forestali Arezzo, che ha ribadito come si possa fare motociclismo con le dovute cautele, senza fare alcun danno alla rete sentieristica. Il Colonnello, nonostante la crescente cultura ambientalista maturata nel tempo in Italia, è convinto che in sede di conversione di legge (riguardo l’ipotesi di adattamento del codice della strada in discussione in Parlamento) prevarrà il buon senso e quindi anche i motociclisti proseguiranno il loro impegno nell’attività di Protezione Civile.

Giorgio Righi, presidente nazionale del motoclub Vigili del Fuoco, ha voluto rimarcare le differenze tra i motociclisti e la “gente comune”: “I motociclisti si salutano quando si incontrano, si fermano a soccorrere anche se c’è uno sconosciuto in difficoltà: possiamo sfruttare positivamente questa nostra passione travolgente“.

Toni Mori ha quindi ripreso la parola manifestando l’esigenza di trasformare i motoclub, che fossero interessati al progetto, in attività di Protezione Civile. E’ anche ecessario organizzare corsi di formazione, perché il primo importante passo da fare è creare la consapevolezza di quello ogni singolo motociclista sa fare (quindi oltre alla fondamentale necessità di saper pilotare adeguatamente una moto), a livello di conoscenza del territorio, degli strumenti di posizionamento e di primo soccorso, ecc

Il sistema di Protezione Civile è molto rigido, le difficoltà burocratiche (in merito alla proprietà dei veicoli e alle coperture assicurative) ci hanno fatto capire che la strada è tortuosa e in salita. Ma noi siamo pronti ad affrontarla!

Al termine del pomeriggio, scambio di pareri durante il buffet a base di prodotti locali.

Testo e Foto: Luca Resparambia